Finalmente, dopo un po' di attesa, ecco l'intervista al vichingo più sexy del mondo. L'attore svedese, reduce dal successo del film campione d'incassi Battleship, si lascia andare ai microfoni della rivista tedesca che lo ha raggiunto sul set fotografico a settembre 2011.
Dopo la fine delle riprese della quarta stagione di TB, l'università di Stoccolma (città natale di Alexander) ha conferito allo svedese il dottorato d'onore. "Sono molto contento per questo conferimento - confessa Alexander - Volare lì, ottenere il titolo, tornare a casa, ci vogliono due giorni. Mia madre e mio fratello hanno dovuto studiare medicina per 6 anni per ottenere il riconoscimento". Suo padre Stellan è uno degli attori più amati in Svezia: "Ad essere onesti - ride Alex - siamo terribilmente noiosi. Tutti in famiglia sono o medici od attori, non c'è immaginazione".
Signor Skarsgård, in Melancholia appare anche tuo padre con cui reciti per la prima volta. Chi di voi due correggeva l'altro?
"Nessuno dei due doveva mai intervenire. Non si può, soprattutto se si lavora con un regista come Lars Von Trier, uno dei migliori al mondo. Sa esattamente cosa vuole e sicuramente non vuol vedere i suoi attori piagnucolare".
Nei titoli del film il tuo nome appare prima di quello di tuo padre. E' geloso?
"No, la nostra famiglia non vede la vita come una competizione".
Qual è stato il miglior consiglio mai ricevuto da tuo padre?
"Fallo solo se lo vuoi realmente".
Quando te lo ha detto?
"Quando ho smesso di recitare. In quel periodo avevo 13 anni, ero un bambino ed un attore in Svezia. Ma non volevo farlo più. E mio padre mi ha sostenuto. Mi ha fatto sentire meglio".
Perché hai scelto di tornare a recitare?
"Avevo 20 anni e vivevo a Leeds, studiavo inglese e mi sono voluto dare un'altra chance nella recitazione. Non volevo arrivare a 55 anni, guardarmi indietro e rammaricarmi di non averci provato ancora. Un mio amico aveva un breve video di me fatto in biblioteca, l'ho inviato ad una scuola di recitazione a New York e mi hanno preso. Quando mi sono ritrovato sul palco ho capito subito: Alex, ti è davvero mancato tutto questo".
Siamo su una rivista di moda e mi piacerebbe parlare con te di questo.
"Naturalmente".
Sei interessato alla moda?
"Un po'. E' facile per me distinguere tra un bel vestito ed uno non bello. Riesco a capirlo, so se un vestito mi sta bene o no".
Chi te lo ha insegnato?
"Nessuno. La sensazione sui vestiti è naturale per me. Non ho mai pensato molto a cosa indossare".
Hai mai preso qualcosa dal guardaroba di tuo padre quando eri giovane?
"Naturalmente, io e i miei fratelli lo facevamo sempre. Mio padre è davvero alto e ci è voluto un po' di tempo perché io potessi indossare qualcosa di suo. Quando avevo 15 o 16 anni ho potuto indossare le sue camice e le sue giacche. Quando sono andato ad un ballo mi ha aiutato prestandomi uno dei suoi vestiti".
E' stato lui il tuo modello si stile?
"No, aveva un sacco di vestiti. E molte cose che io pensavo fossero imbarazzanti. Gli piaceva indossare abiti indiani o del Medio Oriente. Ogni volta che tornava da un viaggio portava qualcosa di nuovo. Non ne ho mai capito il perché in passato, ma ora amo i suoi capi. Sono davvero confortevoli".
Quindi gli rubi ancora le cose?
"A volte succede".
Ti sei mai ribellato ai tuoi genitori?
"Certo. Da giovane, ad esempio, mi sono arruolato e per 15 mesi ho attraversato i boschi, ho imparato a sparare. Questa è una sorta di ribellione in una famiglia di hippies e pacifisti".
Oggi sei uno degli attori più in voga di Hollywood. Chi eri da adolescente? Hai mai avuto una fase un po' particolare?
"Da giovane ero un punk. Uno degli anni '90, non uno di quelli con le cinture e le borchie. Quando guardo le vecchie foto di quell'epoca dico: che cosa pensava questo ragazzo? Per un po' ho indossato tute rosa ed avevo i capelli lunghi. Pensavo fosse una buona cosa per affermarmi, credevo fosse figo".
Come descriveresti il tuo stile?
"Hmm. Più vivo a Los Angeles e più mi rendo conto che il mio stile è piuttosto scandinavo".
Minimalista, in un certo senso?
"Esattamente. Non mi piacciono le stampe, come le linee pulite ed i tagli. Hollywood è piena di questa moda che è completamente sopra le righe. Anche la moda di strada costosa. Ovunque ci sono vestiti con teschi a base di diamanti, cose che fanno male agli occhi se le guardi per più di due secondi. §Il mio stile è probabilmente europeo, acquisto principalmente marche europee. Anche se penso che Tom Ford sia il migliore designer al mondo. E lui è americano".
Quali marche europee?
"Burberry, Raf Simons. Ma anche etichette svedesi come Acne, Hope, Fifth Avenue Shoe repair. I miei vestiti preferiti vengono tutti da casa".
Il tuo paese d'origine produce un bel po' di moda, di macchine, bei mobili e grandi case. Perché ci mettete tanto impegno?
"Gli svedesi devono sempre fare il punto sulle tendenze o conoscere il nuovo bar in ogni città. Probabilmente questa è una sorta di insicurezza, dobbiamo sempre provare a noi stessi che siamo alla moda e siamo sempre informati su tutto. E non siamo strani, non viviamo da qualche parte nel nord in grotte di ghiaccio".
La maggior parte degli uomini sui 30 anni decide cosa indossare, se scegliere uno stile più adatto alla propria età o puntare sul casual. Non siamo mai abbastanza sicuri di voi, ti senti a tuo agio in cravatta nera o in jeans, maglietta e scarpe da ginnastica?
"Io mi sento a mio agio in entrambi".
Il tuo abbigliamento è formato da camicie a quadri?
"Ad essere onesti sì. Ne ho un bel po'".
Così sei più un tipo casual?
"Probabilmente. Ma a volte mi diverto ancora nel seguire un codice di abbigliamento. Qualche tempo fa ho indossato un abito tre pezzi di Tom Ford. Mi è piaciuto, anche se non lo indosserei tutti i giorni".
Che stilista ti piace indossare?
"Come ho detto, Tom Ford. E Dior. Specialmente quando si tratta di abiti formali è importante che tutto si adatti e che ti faccia sentire a tuo agio. Sono molto meticoloso nella scelta degli abiti formali".
Non diventi un messaggero pubblicitario della società quando indossi queste marche?
"Forse. Almeno così so esattamente quali marche posso indossare".
Chi è l'icona dello stile maschile più importante per te?
"Dovrò pensarci".
Per favore...
"Ok. Steve McQueen".
Mio Dio, questa è la risposta standard di voi attori. Che noiosi...
"Mi è venuto in mente perché poco fa un mio amico mi ha regalato questo fantastico libro fotografico di McQueen".
Okay...
"Vuoi sentire qualcosa di insolito? Perfetto, allora ti dico Thåström Joakim, cantante della punk band svedese Ebba Grön degli anni '70. Da ragazzo ero un suo grande fan e lo sono tuttora".
Oltre a recitare, la musica sembra essere la tua più grande passione...
"Proprio così. Ho più di trent'anni ma vado ancora ai concerti. Sono stato al Way out Wast a Göten borg, il migliore evento nel suo genere. Si svolge al centro della città, in un parco - e si può trascorrere la notte in un hotel. Sono davvero troppo vecchio per svegliarmi alle 5 del mattino perché qualcuno sta facendo pipì sul mio sacco a pelo. E mi piace andare al Cachella in Indio, in California. Ma in Svezia sono più tranquillo. Posso bere birra in pace, ascoltare la musica, non ci sono i paparazzi".
Gli ultimi tre album che hai acquistato?
"Wild Beasts, The Walkmen, Bon Iver. Sono un tipo indipendente".
Recentemente hai rilasciato una video intervista al Los Angeles Times ed indossavi l'eyeliner. Accade spesso che tu lo metta?
"Ha, no, era per un servizio fotografico. Lo voleva il fotografo".
Ammettilo, è possibile usare l'eyeliner anche in altre occasioni...
"Certo, ma solo casa quando provo gli abiti delle mie amiche".
E la tua criniera di capelli?
"A volte. Ho lasciato crescere i miei capelli tra due lavori. Sulla mia testa, in viso. Mi piace. Ed è pratico. Così quando devo iniziare un nuovo ruolo posso vedere e scegliere il ragazzo da interpretare".
Ti è mai capitato di dire ad uno stilista sul set che non sapeva fare il suo lavoro?
"Non c'è bisogno di farlo. Un bravo stilista sa che un abbigliamento sbagliato può rovinare la credibilità di una persona".
In Straw Dogs indossi dei jeans logori. Uno stile rock classico...
"Sì, interpreto Charlie, un uomo che non frequenta i club più chic tutti i fine settimana. Ha tre camicie, due paia di jeans, due di stivali ed un paio di canottiere. Tutto qui".
Ci hai pensato due volte prima di accettare la parte? Solitamente i rifacimenti non hanno mai successo.
"Ci ho dovuto pensare, ma non per molto. Mi piaceva il ruolo. Ed era abbastanza ovvio che non sarebbe stato solo il remake rimodernato di un vecchio film. La nostra versione è molto diversa".
Hai cinque fratelli più giovani. Hai mai provato ad insegnargli qualcosa?
"Sì, ma ci ho rinunciato abbastanza in fretta. Gus, il più grande ama l'hip hop ed a me piace il punk. Le nostre camere erano vicine. Io ascoltavo Adverts, The Clash o i Sex Pistols. Lui ascoltava i Gansta-Rap. Non abbiamo mai trovato un punto in comune".
Ashton Kutcher, in un'intervista, ci ha confidato che affitta un magazzino per i suoi vestiti. Ed ogni volta che ha bisogno di qualcosa se lo fa portare da un corriere. Ti ritrovi in questo?
"Devo deluderti. Non ho nemmeno una stanza a parte per i miei vestiti. Solo un armadio".
Ma tu sei una star di Hollywood...
"Sono una di quelle persone che indossa le cose che vuole in ogni momento".
Non hai nemmeno uno spazio per le scarpe?
"Ho 4/5 paia di scarpe da ginnastica, la maggior parte del Common Project, un paio di stivali ed un paio di scarpe da sera".
E' vero che Lars von Trier ti ha ordinato di mangiare per Malancholia così da far perdere i muscoli alla True Blood?
"Mi ha fatto perdere peso effettivamente. Ma Lars non mi costringeva a farlo. Dopo aver letto la sceneggiatura ho pensato che un corpo da calciatore non sarebbe stato giusto per il film".
E' possibile non innamorarsi di Kirsten Dunst mentre si vestono i panni di suo marito?
"Solo un secondo. E' vero: ho dovuto perdere muscoli per Lars von Trier. Non ne voleva così tanti. Io tendo ad essere meno muscoloso e prima delle riprese di TB mangio un sacco di carne, vado a lavoro tutti i giorni, così peso 10 kg di più rispetto al primo giorno di riprese. Voglio dire, 10 kg di muscoli. Per Melancholia è stato diverso. Ho perso quei 10 kg".
Non hai risposto alla domanda su Kirsten Dunst.
"Kirsten Dunst, che domanda?"
Se non è possibile fare a meno di innamorarsi di lei quando si lavora insieme ad un film...
"Sì, no. E' adorabile, rilassante, divertente. E' stato un piacere lavorare con le. Spero capiti nuovamente".
Perché ti piace così tanto von trier? Il suo film è stato presentato a Cannes, ha buone probabilità di vincere una palma - e poi dice di essere un nazista...
"Che era, ovviamente, un brutto scherzo. Ed invece di scherzarci su si è scavato la fossa. Ma naturalmente Lars non è un nazista".
Sei nel punto più importante per la tua carriera in questo momento? Potresti seguire la carriera di Jon Hamm come attore famoso. O quella di James France ed essere una star fuori dal comune. Quale sceglierai?
"Non ho un piano. Sono convinti che sia possibile seguire entrambe le strade. Produzioni in Europa e poi un altro campione d'incassi - che mi renderà abbastanza da farmi permettere un magazzino nel deserto solo per i miei abiti".
Quando hai smesso di correggere gli americani che sbagliavano la pronuncia del tuo cognome?
"Sin dall'inizio. Sono senza speranza. Non so nemmeno se mi presento pronunciando bene il mio cognome. Ma per me è importante che Skarsgård sia scritto con il cerchietto sulla A".
E qual è la pronuncia corretta?
"Skarshgoord".









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